30 marzo 2006

 

fine by very















Eccomi qui all’ ultimo giorno: mannaggia, la prima settimana non passava mai e non vedevo l’ora di tornare a casa; ora invece che stavo iniziando a divertirmi, l’ avventura è volata in un lampo.
Di sicuro posso dire che in queste due settimane ho imparato ad usare dreamweaver, ed il mio sito è fantastico, anche se non è finito.
La cosa più bella di questo stage però è stato il gruppo: infatti eravamo tre classi però ci siamo uniti tutti in un unico gruppo, nel quale io ho fatto grandi amicizie con alcune persone, che spero rimarranno amiche anche fuori da questo contesto.
Però è inutile abbattersi perché abbiamo ancora ben dieci ore di viaggio per stare tutti insieme.

















IL VIAGGIO

È mattina presto e dopo un’abbondante colazione e la chiusura delle valigie, ci siamo avviati verso il parcheggio dove il pullman ci stava aspettando.
Arrivati al luogo d’incontro scoprimmo una cosa,che ci lasciò tutti sconcertati…indovinate un po’??? Il pullman era guidato da due DONNE!!! Beh se una donna al volante è un pericolo costante, ho pensato che eravamo messi bene (ovviamente, quando avrò la patente, io sarò l’unica eccezione che strapperà la regola a questo proverbio! :-)).




Va beh, con grande coraggio, salimmo sul pullman.
Dopo aver aspettato Andrea, che ovviamente aveva dimenticato tutti i documenti (beh qualcuno doveva pur dimenticare qualcosa!), partiamo con un quarto d’ora di ritardo.
All’inizio il viaggio fù molto noioso, finchè alla prima pausa in un autogrill Austriaco, tutti scopriamo una nuova tecnologia dei bagni: sciacquone che parte da solo, tavolette del bagno che girano, carta (per asciugarsi le mani) che scende da sola ecc. Lo so che quello che ho appena scritto non è molto profondo, però meritava un riconoscimento.
Dopo questa piccola pausa, dove sembrava di essere su una giostra di Gardaland, ripartiamo.
Il nostro più che un pullman scolastico, sembrava un pullman della croce rossa: gente che tossisce, altra gente con la febbre alta, altri ancora che perdono sangue dal naso, e dove la prof.Adani si spaccia per Medico chiedendo ghiaccio, tamponi (ci mancava solo il bisturi) e dove invece l’altra prof. Suggerisce di usare un tampax. Insomma tra malattie e pazzie arriviamo in Italia, finchè alle soglie di Milano, la demenza iniziò ad avanzare: dove tutti gridano, urlano, e Pit che fa finta di suonare la batteria.














Beh insomma un viaggio da non dimenticare!!!
Ora è finita l’avventura e si ritorna alla vita normale.
Baci

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